Piramide di Dilts
Tutti i giorni compiamo azioni. Siamo in famiglia, andiamo al lavoro, in palestra. Le nostre azioni sono guidate dalle nostre capacità: abbiamo conoscenze tecniche, abbiamo imparato a fare i genitori. Ciò che facciamo, dipende da ciò che consideriamo buono, giusto, desiderabile e dal modo in cui pensiamo che si possa concretizzare nella realtà. Agiamo sulla base della persona che desideriamo essere e spesso facciamo riferimento ad uno scopo che va oltre noi stessi.
In un mondo ideale e perfetto, c’è una sequenza lineare tra tutti questi elementi e ciò che desideriamo si plasma e trasforma in armonia in azioni e risultati. Ma il mondo reale è complesso, e spesso è difficile mantenere questa linearità. Che dire, ad esempio, del nostro desiderio di essere genitori presenti e contemporaneamente professionisti brillanti, quando il tempo fa da tiranno? E se la nostra relazione con i figli non è così idilliaca come l’abbiamo immaginata? E se il nostro desiderio di essere comprensivi e aperti al dialogo si infrange contro il carattere del nostro collaboratore più stretto che ha il dono di mandarci su tutte le furie?
Cosa non “funziona” bene in questi casi? Cosa si può cambiare?